Il caffè sospeso è una delle tante tradizioni napoletane che negli anni si è diffusa non solo nel resto d’Italia, ma anche in tutto il mondo. Negli ultimi tempi se ne sente parlare sempre più frequentemente, ma molti non sanno dove nasce questa particolare abitudine. In seguito, cercheremo di capire quali sono le origini del caffè sospeso, per poi vedere anche qualche curiosità.
Cos’è il caffè sospeso
Prima di capire qual è la storia del caffè sospeso, è necessario specificarne il significato. Con questo termine si intende l’abitudine di pagare due caffè e berne solo uno. L’altro caffè viene riservato ad un altro cliente bisognoso che ne fa richiesta. Si tratta quindi di un gesto di solidarietà e altruismo, un vero e proprio regalo nei confronti di sconosciuti. Come dicevamo, questa abitudine era molto diffusa in passato. Dopo anni di declino, però, è tornata nuovamente alla ribalta, grazie soprattutto al famoso Caffè Gambrinus, che in occasione dei suoi 150 anni ha ripreso questa pratica.
Origine della tradizione
La nascita della tradizione del caffè sospeso viene fatta risalire solitamente poco dopo l’arrivo e la diffusione della bevanda nella città. Siamo intorno agli inizi del XIX sec., quando si iniziano a vedere i primi venditori ambulanti con due recipienti contenenti rispettivamente caffè e latte. Tuttavia, le prime testimonianze storiche della pratica risalgono solo al secondo dopoguerra, un periodo particolarmente difficile per l’economia della città. All’epoca povertà e miseria erano diffuse a macchia d’olio, ma non mancava di certo la solidarietà tra i napoletani. È proprio in questo contesto che nacque la pratica di pagare due tazze di caffè, di cui una da offrire a chi ne faceva richiesta.
Il come nacque l’abitudine del caffè sospeso ce lo ha spiegato invece lo scrittore, autore e attore Riccardo Pazzaglia, noto ai più per il famoso sketch del cavalluccio nel film “Così parlò Bellavista”. Secondo lui, infatti, l’origine della pratica risaliva alle dispute tra gli amici e conoscenti all’interno dei bar. Spesso, infatti, ancora oggi, quando si è al bar con gli amici e i conoscenti si discute su a chi spetta pagare. Nel dubbio, si tende a pagare in credito e destinare la somma rimanente al pagamento di un altro caffè, ovvero il caffè sospeso.
In realtà, quella del caffè sospeso non era l’unica abitudine solidale napoletana. Va ricordato ad esempio anche l’acino di fuoco, ovvero un tizzone che veniva posto nei cortili napoletani e offerto da chi aveva acceso il focolare nelle prime ore del mattino agli altri coinquilini, che così risparmiavano il consumo di fiammiferi.
Il caffè sospeso nella cultura partenopea
Come gran parte delle tradizioni popolari napoletane, anche quella del caffè sospeso è stata protagonista nel mondo della cultura partenopea. Nello specifico, la tradizione ha dato l’ispirazione a Luciano De Crescenzo per trovare il titolo ad una raccolta di articoli e aneddoti, chiamata appunto Il caffè sospeso. Saggezza quotidiana in piccoli sorsi, all’interno del quale il filosofo napoletano ha scritto:
“Quando qualcuno è felice a Napoli, paga due caffè: uno per sè stesso, ed un altro per qualcuno altro. E’ come offrire un caffè al resto del mondo.”
Nel 2017 è stato invece girato un film in Argentina, Stati Uniti e Italia dal titolo Caffè sospeso.
Il caffè sospeso nel resto del mondo
Come dicevamo, la pratica del caffè sospeso, sebbene nata nel capoluogo campano, ha travalicato i confini di Napoli ed ha affascinato tutto il mondo, tanto da arrivare ad essere effettuata anche in alcuni degli USA, della Francia, Belgio, Argentina, Grecia, Spagna, Russia, Finlandia e Canada.
La pratica del caffè sospeso è stata d’ispirazione per molti altri gesti di solidarietà nati nel nostro paese. Tra questi, va menzionato il libro sospeso, che consiste nel pagare un libro ad uno sconosciuto. Si tratta di un’iniziativa nata a Palermo e Polla nel 2014 e, sebbene non abbia avuto una grande diffusione, per un certo periodo ha avuto molto successo. Sempre a Napoli, invece, si è assistito alla nascita della poesia sospesa. Si tratta di un’idea nata dalla poetessa Ketti Marino e dal gestore della caffetteria “Settebello”, Pino De Stasio. I due hanno dato vita ad una serie di incontri con degli interventi letterali, con lo scopo di diffondere quanto più possibile la cultura e la poesia.