Il sacco di iuta è fondamentale nel settore del commercio di caffè. Esso infatti permette di trasportare il caffè in tutto il mondo in modo economico. Ma da dove proviene questo materiale e perché ha assunto tale importanza? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Iuta: cos’è e da dove viene?
La iuta è una fibra naturale conosciuta anche con il nome corcoro o canapa di Calcutta, data la sua somiglianza e parentela con la canapa. Le sue origini risalgono a molto tempo fa nelle regioni tropicali dell’Asia. In particolare molti fonti storiche datano la sua nascita all’età del bronzo, intorno al terzo millennio a.C., ma la sua diffusione in Occidente si ha solo nel XVIII secolo. In quest’epoca viene utilizzata non solo nel settore tessile, ma anche per la fabbricazione di armi, per le costruzioni edili e anche per pescare. Il commercio di questo particolare tessuto aumenta sensibilmente fino agli anni ’70 del secolo scorso, ma ancora oggi è molto utilizzato per i molteplici vantaggi che esso offre.
Ma di cosa si tratta nello specifico? La iuta deriva dalla cellulosa e dalla lignina pianta di luta ed è prodotta principalmente in India e in Bangladesh. I due paesi infatti rappresentano circa il 97% della produzione mondiale.
Come viene lavorata la iuta?
Il processo di lavorazione della iuta inizia con la raccolta dei fusti dalle piantagioni e la loro macerazione. Attraverso questo procedimento si liberano le fibre dal verde. In particolare, dopo l’essiccazione, vengono immersi in acqua per circa venti giorni per poi procedere nuovamente all’essiccazione. Le fibre vengono sottoposte poi al lavaggio e in seguito vengono assemblate in balle. Al termine del processo si ottengono le tele di iuta.
I vantaggi della iuta
Ma perché questo materiale ancora oggi è molto utilizzato? La risposta a questa domanda può essere compresa solo se si elencano i diversi benefici che questo tessuto offre. Innanzitutto si tratta di un materiale con un’alta igroscopicità, termine con il quale si fa riferimento alla capacità di una sostanza di assorbire l’acqua. Inoltre offre anche una buona traspirabilità e un’ottima resistenza.
Ma il vero punto di forza di questo materiale è rappresentato dalla sua sostenibilità. La iuta infatti è un tessuto completamente biodegradabile e riciclabile e la coltivazione di un ettaro consente di assorbire 15 tonnellate di diossido di carbonio, permettendo quindi di migliorare la qualità dell’aria. Richiede anche meno terreno per la sua crescita e meno utilizzo di fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi rispetto ad altri materiali, come ad esempio il cotone.
Per questi motivi quindi la iuta ancora oggi è molto utilizzata in diversi ambiti. Data la sua ampia versatilità, può essere impiegata per la realizzazione di sacchi e imballaggi e per questo ha avuto una forte diffusione nel settore del commercio di caffè.
Iuta e caffè: quale rapporto c’è?
La iuta e il caffè si incontrano per la prima volta nell’Asia Meridionale nei primi anni del XIX secolo, circa 100 anni dopo dell’introduzione della sostanza in Brasile. È in quest’epoca infatti che si assiste ad un forte aumento della domanda di caffè e contemporaneamente migliorano anche le tecniche di trasporto. A tal proposito, gli agricoltori brasiliani si mettono alla ricerca di un materiale resistente e soprattutto economico: il più adatto risulta essere proprio la iuta, che da quel momento verrà utilizzata per realizzare sacchi da 60 kg da impiegare nel commercio del caffè.
Perché la iuta viene utilizzata nel commercio di caffè
Da oltre due secoli quindi la iuta è utilizzata in questo settore per facilitare il trasporto. Infatti grazie alle caratteristiche di questo materiale è possibile effettuare degli imballaggi di caffè verde a poco prezzo che assicurano la massima sicurezza. Tuttavia, nel corso degli anni i sacchi sono stati notevolmente migliorati per garantire prestazioni più efficienti e oggi vengono utilizzati insieme a materiali meno porosi e più resistenti, in modo da permettere una maggiore protezione del caffè dall’umidità e dagli agenti atmosferici.